a cura di Gianfranco Marrone
Edizioni Museo Pasqualino, Palermo 2017
Nuovi Quaderni del Circolo semiologico siciliano n. 1
ISBN 978-88-97035-26-8
Semiotizzare l’animale – raccontarlo, dirlo, rappresentarlo, pensarlo, farne oggetto di scienza e di sapere – è gestire una politica della soglia insicura: quella che lo separa, più o meno ostinatamente, dall’uomo. Ora garantendone un’autonomia supposta naturale, dunque apparentemente scevra da implicazioni etico-politiche. Ora subendo le continue incursioni, a più livelli e con differenti intensità, dell’animale-uomo.
Non sfugge a questo chiasma la semiotica, scienza dei sistemi e processi della significazione, che già dalle sue prime strategie di ricerca inseriva la questione dei linguaggi delle differenti specie animali fra i suoi obiettivi fondazionali. Era la zoosemiotica, la quale, per forza di cose, s’è trovata a sposare un paradigma di ricerca di tipo scientista e naturalista, provvedendo a tenere distinte le lingue degli umani da quelle dei non-umani.
Le recenti ricerche in ambito di antropologia della natura e di sociologia delle scienze permettono di ripensare la questione zoosemiotica in modo diverso. Piuttosto che occuparsi di un presunto linguaggio naturale degli animali non umani, scommettendo su una loro coscienza riflessiva, potrebbe essere più conducente, per una semiotica come studio delle forme del senso umano e sociale, lavorare sul loro discorso, dunque sulle interazioni effettive, tanto comunicative e scientifiche quanto pratiche e funzionali, fra umani e non umani. I quali, volenti o nolenti, si costituiscono reciproca- mente, andando costantemente a rivedere quella soglia insicura che, separandoli, li tiene insieme.
Gianfranco Marrone. Saggista e scrittore, è professore ordinario di Semiotica nell’Università di Palermo. Giornalista pubblicista, collabora a “Tuttolibri” de La Stampa, doppiozero e varie altre testate Dirige E/C, rivista dell’Associazione italiana di studi semiotici; fa parte del Comitato scientifico del Centro internazionale di scienze semiotiche di Urbino, e delle riviste Versus, Carte semiotiche, Lexia, Actes Sémiotiques, Ocula, LId’O. Con Paolo Fabbri dirige la collana “Insegne” presso l’editore Mimesis di Milano e “Biblioteca di Semiotica” da Meltemi; sta nel comitato scientifico di diverse collezioni editoriali. Tra i suoi scritti: Il sistema di Barthes (1994), Estetica del telegiornale (1998), C’era una volta il telefonino (1999), Corpi sociali (2001), La Cura Ludovico (2005), Il discorso di marca (2007), L’invenzione del testo (2010), Addio alla Natura (2011), Introduzione alla semiotica del testo (2011), Stupidità (2012), Figure di città (2013), Gastromania (2014), Semiotica del gusto (2016), Roland Barthes: parole chiave (2016), Prima lezione di semiotica (2018). Info su: www.gianfrancomarrone.it.