Religione, famiglia e potere nell’opera di Giovanni Verga
di Lia Giancristofaro
prefazione di Antonino Buttitta
Edizioni Museo Pasqualino, Palermo 2022
Caleidoscopi n.3
ISBN: 979-88-80664-20-4
Il linguaggio delle scienze antropologiche si fonde con l’immaginazione letteraria. Un’indicizzazione della produzione letteraria sulla festa popolare come teatro sociale, in questo caso l’osservazione fatta da Giovanni Verga a Vizzini e in in altri paesi della Sicilia, dimostra che il suo sguardo è affine all’indagine antropologica. Del resto, Verga aveva rapporti stretti con Pitré e gli altri etnologi siciliani del suo tempo. Come scrive Antonino Buttitta, Verga interpreta la cultura siciliana come un etnologo, meglio di un etnologo, perché la rappresenta in chiave interpretativa e letteraria, senza pretese di distanza scientifica: nella rappresentazione verghiana della festa siciliana, il testo sembra raccontato dal popolo stesso, e la figura dell’intellettuale svanisce, come una narrazione antropologica classica.
Lia Giancristofaro
docteur d’études approfondies (EHESS, Parigi) e PhD, è professore associato di Antropologia Culturale presso l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. Dal 2000 dirige la “Rivista Abruzzese”, rassegna di cultura fondata nel 1948. Si occupa di medicine popolari, etnologia dell’Europa, antropologia del patrimonio culturale e letterario. Ha coordinato progetti di ricerca in Europa, Nordafrica, Canada, USA e Argentina. Ha fatto parte di vari collegi di dottorato e di corsi di specializzazione nelle scienze sociali ed etnoantropologiche, in Italia e all’estero.