Pubblicato il nuovo numero di Etnografie Sonore / Sound Ethnographies. La rivista italiana di etnomusicologia

La quinta annata della rivista Etnografie Sonore si apre con un fascicolo interamente fondato su ricerche condotte da studiosi italiani “fuori di casa”, attraverso prospettive che tendono a coniugare indagini storico-archivistiche e lavoro sul campo: dai canti epici dell’area balcanica agli stili polivocali rilevati in alcune isole ioniche di lingua greca, dalla tradizione vocale dei Sámi norvegesi alle musiche strumentali documentate tra i Wana indonesiani. 

Il contributo di Nicola Scaldaferri riprende le preziose ricerche sulla tradizione epica in lingua albanese effettuate negli anni Trenta del secolo scorso da Milman Parry e Albert Lord. Si tratta di un corpus rimasto a lungo inedito e solo di recente reso disponibile grazie all’edizione dello stesso Scaldaferri (in collaborazione con altri studiosi), sulla quale si può leggere quanto scrive Ardjan Ahmedaja nella sezione dedicata alle Recensioni. Scaldaferri propone ora un panorama aggiornato delle nuove prospettive di studio, attraverso il confronto tra materiali d’archivio e attuali indagini etnografiche. 

Seguendo la medesima metodologia, Giovanni Cestino affronta un aspetto specifico del canto epico in lingua albanese accompagnato dal lahuta (uno strumento ad arco a corda singola, corrispettivo della viella). La trattazione si incentra sulla figura esemplare del cantore kosovaro Isa Elezi-Lekëgjekaj, allo scopo di delineare un inventario degli aspetti non verbali che caratterizzano questo repertorio. 

Giuseppe Sanfratello presenta i primi esiti di una indagine sulle pratiche di canto polivocale rilevate nelle isole di Corfù, Cefalonia e Zante, con particolare attenzione verso le occasioni rituali e le dinamiche socio-simboliche che entrano in gioco nell’ambito degli attuali scenari performativi. 

Gli strumenti musicali in uso presso i Wana, una piccola comunità indigena indonesiana, costituiscono l’oggetto del saggio di Giorgio Scalici. Grazie a una intensa esperienza di ricerca condotta tra il 2011 e il 2016, l’autore ha potuto documentare la tipologia, i materiali e le tecniche di costruzione degli strumenti musicali, con riferimento ai contesti d’uso e al repertorio, che include fra l’altro l’accompagnamento al genere di canto denominato linga-linga

L’intervento di Nicola Renzi prende spunto dalla scomparsa del cantore sámi norvegese Mattis Hætta (1959-2022). Hætta ottenne straordinaria celebrità intonando uno yoik di protesta durante il brano Sámiid Ædnan, vincitore del Festival della Canzone norvegese del 1980. La questione in gioco riguardava la costruzione di una enorme centrale idroelettrica sul fiume Álttáeatnu. Il canto di Hætta contribuì a espandere la solidarietà verso le ragioni dei Sámi nell’ambiente politico-culturale europeo, tanto da spingere il governo norvegese a modificare i progetti della centrale idroelettrica e a favorire l’istituzione del primo Parlamento Sámi, nel rispetto delle comunità indigene locali. 

Il fascicolo si chiude con quattro recensioni. La prima – già menzionata – riguarda il bel volume curato da Scaldaferri sul canto epico albanese. Giulia Sarno illustra la nuova edizione del saggio Il paesaggio sonoro di R. Murray Schafer, apparso nel 1977 e tradotto in italiano nel 1985. Il curatore Giovanni Cestino, oltre ad avere rivisto, aggiornato e introdotto il testo, ha anche incluso una preziosa Appendice, curata da Nicola Scaldaferri, con contributi di vari autori che discutono intorno alle suggestioni proposte da un libro ritenuto basilare per lo sviluppo degli odierni sound studies. La recensione di Ambra Zambernardi costituisce l’unico scritto in questo fascicolo che tratta di questioni etnomusicologiche di area italiana. Si tratta di un volume curato da Danilo Gatto che presenta le immagini e i suoni (riprodotti nell’audio CD allegato) della ricerca sulle tonnare calabresi condotta nel 1954 da Alan Lomax e Diego Carpitella. Il libro è corredato da vari contributi critici che inquadrano questi materiali sia secondo una prospettiva storico-antropologica sia riguardo ad aspetti più specificamente etnomusicologici. Chiude la sezione Consuelo Giglio offrendo ampi ragguagli sul libro che Giovanni Vacca ha dedicato alla nascita e allo sviluppo della canzone francese tra il 1848 e il 1945. 

Consulta il nuovo numero: https://www.soundethnographies.it/