Incursioni antropologiche
Paesi,teatro popolare, beni culturali, modernità
di Mariano Fresta
Edizioni Museo Pasqualino, 2023
ISBN 979-12-80664-50-1
L’antropologia permette di compiere scorrerie in campi diversi: qui si parla di paesi che muoiono, di altri che nascono, di città indifferenti, della possibilità della documentazione e della patrimonializzazione dei Beni immateriali, della scomparsa del teatro contadino e della sua rinascita nell’esperienza di una piccola comunità toscana, oltre che nella rappresentazione casertana della ritualità quotidiana. Gli altri contributi riguardano situazioni folkloriche – il solstizio estivo, le credenze relative alla fotografia, le processioni religiose – che aprono questioni molto importanti relative ai sistemi di patronage, alla religiosità popolare e alla criminalità organizzata.
Mariano Fresta
ha insegnato per quasi quaranta anni Italiano e Latino nei Licei, dal 1974 si è occupato di folklore e demologia senza, però, tralasciare gli studi di filologia, linguistica e letteratura italiana. I suoi interessi, nel settore della cultura popolare sono stati vari (teatro tradizionale, proverbi, onomastica; musei demologici); negli ultimi trenta anni ha dedicato i suoi lavori alla storia degli studi demo-antropologici, alle feste patronali, alla patrimonializzazione dei beni intangibili. Ha curato i volumi Vecchie segate ed alberi di maggio (sul teatro popolare), La Val d’Orcia di Iris (sulla cultura mezzadrile).
Ha collaborato alle riviste «Erreffe», «Archivio di Etnografia», «Dialoghi Mediterranei» e «Lares», della cui Redazione è membro. Per la rivista «Pascoliana» ha scritto sugli aspetti folklorici nella poesia del Pascoli e per il «Bollettino di Italianistica» un breve saggio sullo stile narrativo del Pinocchio.