AM #43: [OGGETTI FUORI POSTO, OGGETTI CHE PARLANO]
Antropologia Museale: Rivista della Società Italiana
per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici
Anno 15, Numero 43, 2019
Diretta da Vincenzo Padiglione
Pubblicata da Edizioni Museo Pasqualino
ISSN 1971-4815
ISBN 978-88-97035-58-9
Questo incontro tra arte, antropologia e scienze sociali propone una riflessione sugli oggetti “fuori posto” che possono diventare supporti di creazione basati sull’accumulazione, la derisione, l’appropriazione indebita o la sovversione. Gli artisti e i ricercatori che analizzano, creano, fanno prendere la parola a degli oggetti, ricorrono a volte a nuove strategie narrative. Deteriorabili, esposti all’usura del tempo, gli oggetti diventano tracce o frammenti, interrogano la memoria – la vita, la morte e la rinascita – e sollecitano l’immaginazione. Se gli oggetti industriali – dettati da mode effimere e destinati a un’obsolescenza programmata – sarebbero destinati ad essere distrutti, i manufatti delle società tradizionali esposti nei musei subiscono una morte simbolica e in alcuni casi una rinascita che provoca malintesi, disturba…
Non possiamo descrivere le società senza preoccuparci degli oggetti con i quali viviamo. Spostarli implica rimodellarli, trapiantarli, caricarli di nuovi significati. Gli oggetti intrattengono un dialogo con chi li possiede. Secondo alcune religioni e tradizioni terapeutiche, certuni esercitano un potere di vita e di morte sui loro proprietari.
Il congresso di Palermo – ultimo di una serie di incontri internazionali svoltisi a Palermo (Museo internazionale delle marionette), a Montreal (UQUAM) e a Parigi (marzo 2018, EHESS/Musèe du quai Branly) si interroga sul modo in cui l’arte e l’antropologia possono dialogare attraverso e a proposito di oggettti.