Musei del sé.
Etnografie di giovani in camera
di Vincenzo Padiglione e Silvia Settimi
Edizioni Museo Pasqualino, Palermo 2020
Quaderni di antropologia museale n.1
ISBN 978-88-97035-55-8
Abbiamo voluto investigare in più anni le camerette degli studenti universitari chiedendo di farsi etnografi dei loro compagni. Abbiamo presupposto che fosse proprio questo ruolo ambiguo di straniero interno, questo impegno a farsi ricercatore e interprete di contesti, vite e storie di altri giovani, un device cognitivo e relazionale capace di promuovere un sguardo intimo e al tempo stesso curioso e straniato.
La nostra condizione di ricercatori dei ricercatori ci ha collocati sulla soglia (come del resto quella riservata agli adulti) una soglia critica dalla quale intravedere originali pratiche di uso degli spazi abitati, paesaggi densi di cose, mondi di vita quotidiana appaesati, oggetti incarnati in biografie e affetti, che vivendo con grande prossimità possono ogni tanto mutare di statuto. Diventano soggetti, interlocutori agenti nei dialoghi e nei soliloqui dentro la stanza. Parti organiche dello spazio mente, della mente locale del loro giovane proprietario
“La mia camera è un cantiere continuamente aperto … museo dell’anima … gioia di vivere”. (Arianna)
“Il bello di questa camera è che è molto stratificata, nel senso che ci sono cose di tutta la mia vita, di tutti i miei periodi”. (Elena)
“Guardare i cd, mi mette sicurezza perché dico vedi Anna hai un passato …”. (Anna)
“La mia camera è magica. Perché è sospesa nel tempo, in un’atmosfera fiabesca” (Chiara)
“Questo è il luogo che se lo comprendi davvero non vorresti lasciare mai … benvenuti nel mio piccolo mondo, fatto di gioie, dolori e un pizzico di follia che non guasta mai!!” . (Valentina)
“Quando mi chiudo in camera mi piace stare da sola, riesco a rilassarmi a pensare a molte cose, mi sento una persona diversa (Katia)
“[…] la prima cosa che sento è l’odore. Qui odora di me. È come entrare nella pancia della mamma”. (Ilaria)
“Io direi che è come il mio piccolo rifugio, il mio angolo cottura”. (Francesca)
“Percepisco la mia stanza come un’estensione del mio corpo. È praticamente un rifugio per chiudere gli occhi, rimanere a pensare …”. (Lorenzo)
“La stanza è solo per me, ogni cosa che ci faccio non è per esibirmi ma solo per me”. (Ragazza)
“La mia stanza è “ciccina”, un misto fra bella, affettuosa, confortevole e vanitosa”. (Ragazza)
Vincenzo Padiglione è professore ordinario a La Sapienza Università di Roma, dove insegna antropologia culturale, etnografia della comunicazione, museologia. È direttore dalla sua fondazione nel 2001 della rivista
quadrimestrale «AM Antropologia museale». Ha curato la realizzazione di mostre, musei e installazioni con una prospettiva interpretativa partecipativa che coniuga antropologia e arte.
Silvia Settimi laureata in Scienze Etnoantropologiche all’Università di Roma La Sapienza, ricercatrice freelance, si occupa di antropologia del patrimonio.