di Salvatore Palazzotto, Antonio Pasqualino
Edizioni Museo Pasqualino, Palermo 1997
Studi e materiali per la storia della cultura popolare
Edizione storica n. 24
La commedia dell’arte, termine recente per indicare il carattere professionale di questo teatro e distinguerlo dalle rappresentazioni occasionali di attori dilettanti, è quella forma di teatro improvvisato del Rinascimento che, a partire dal XVI secolo, con epicentro in Italia, si diffuse per l’intera Europa conquistando piazze, teatri e corti reali.
Il tratto caratteristico e permanente della Commedia italiana sono i suoi personaggi definiti “tipi fissi”: l’attore doveva entrare nel personaggio ed essere un tutt’uno con esso. La maschera facciale, con le sue forme fisse, costituiva uno dei mezzi attraverso cui l’identità dei diversi tipi diveniva riconoscibile. Il corpo faceva da complemento alla maschera: se mancava di plasticità, versatilità ed eloquenza la maschera diviene priva di significato. Elementi indispensabili erano ancora il costume, i movimenti e la gestualità che rimanevano fissi per ogni personaggio, e il dialetto.
Ritroviamo le maschere anche nel teatro delle marionette e dell’opera dei pupi: sono i personaggi comici e seri che potevano essere sia positivi che negativi.