a cura di Rosario Perricone
Edizioni Museo Pasqualino, Palermo 2004
Mostre n. 7
ISBN 978-88-97035-24-4
L’epica è quel genere narrativo che rappresenta con intento celebrativo gesta eroiche, miti cosmogonici e sacrificali, cronache di re e di nobili, concezioni religiose e filosofiche. Il poema epico, memoria e tradizione del passato, è un fatto artistico, una rappresentazione del mondo in cui si riflettono le concezioni del pubblico, le sue aspirazioni e le sue nostalgie.
La mostra “L’epos appeso a un filo” nasce dall’esigenza di far conoscere e apprezzare le seguenti forme del teatro di figura: Ningyo Johruri Bunraku (Giappone), l’Opra î pupi (Sicilia), il Kutiyattam (Kerala, India del Sud) e il Wayang (Indonesia), dichiarate nel 2001 dall’Unesco “Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’Umanità”.
Il catalogo presenta forme teatrali tradizionali appartenenti a culture e tradizioni varie che, nella loro diversità, presentano importanti somiglianze a livello profondo. Se notiamo i tratti comuni prima di ricercare le differenze forse sarà più facile comprendere culture anche molto diverse da quella siciliana. Potremmo al fine capire che gli uomini sono sostanzialmente uguali e che le loro differenze non mettono in discussione l’unità dell’umano.