Patrimonio in comunicazione.
Nuove sfide per i Musei DemoEtnoAntropologici
a cura di Alessandra Broccolini, Pietro Clemente, Lia Giancristofaro
Edizioni Museo Pasqualino, Palermo 2021
Quaderni di antropologia museale n.4
ISBN 979-12-80664-12-9
Che ruolo hanno oggi i musei locali ed etnografici? Possono essere considerati dei presidi territoriali capaci di intercettare le istanze della società civile, oppure sono condannati a rimanere polverosi depositi di oggetti sconnessi dalle pratiche locali? Nel nuovo millennio, la crisi economica e il crollo degli investimenti pubblici hanno rischiato di snaturare la missione dei musei etnografici, molto diffusi nel territorio italiano e ora affidati alla resilienza di pochi gruppi di volontari. Mobilità, eterogeneità socio-culturale e densità abitativa segnano sempre più anche contesti tradizionalmente considerati folk societies: un dato particolarmente significativo per un paese a urbanizzazione diffusa come l’Italia, composto per lo più da città e paesi di piccole e medie dimensioni. La retorica della globalizzazione sottolinea l’accresciuta, quanto asimmetrica tendenza alla de-territorializzazione e l’importanza assunta dalla compressione spazio-temporale. Al tempo stesso, le realtà urbane continuano a rivestire un ruolo significativo per processi di ri-territorializzazione fortemente disomogenei, sia dal punto di vista materiale che socioculturale. In Italia, malgrado la ratifica (avvenuta nel 2007) della Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, le amministrazioni locali e centrali stentano a riconoscere le funzioni del sapere demoetnoantropologico nei processi di mediazione interculturale e di sviluppo sostenibile. Queste ed altre questioni sono state discusse nel Convegno Nazionale della Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici (SIMBDEA), tenutosi presso il Campus Universitario di Chieti Scalo il 22 e 23 novembre 2019, i cui risultati sono presentati nelle pagine seguenti.
Alessandra Broccolini
È professore associato di Antropologia Culturale ed insegna presso l’Università Sapienza di Roma e Antropologia del Patrimonio Culturale presso la Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici nella stessa università. Si occupa di fenomeni festivi, saperi locali, artigianato, musei etnografici ed ecomusei, politiche dell’identità, processi di patrimonializzazione in rapporto alle procedure UNESCO. Dal 2016 è presidente di SIMBDEA.
Pietro Clemente
Già professore ordinario di Antropologia Culturale negli Atenei di Roma e Firenze, si è laureato con Alberto M. Cirese. Le sue ricerche hanno riguardato soprattutto la cultura contadina, l’emigrazione, le forme del teatro e dell’arte popolare, vari temi della tradizione orale, la museografia demoetnoantropologica. Ha fondato la rivista Ossimori e diretto la rivista LARES; è presidente onorario di SIMBDEA.
Lia Giancristofaro
docteur d’études approfondies (EHESS, Parigi) e PhD, è professore associato di Antropologia Culturale presso l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. Si occupa di heritage studies, politiche dell’identità ed etnologia dell’Europa. Ha fatto parte di vari collegi di dottorato e ha coordinato progetti di ricerca in Europa, Nordafrica, Canada, USA e Argentina. Dal 2000 dirige la “Rivista Abruzzese”, rassegna di cultura fondata nel 1948.